- Gusta un po' di questo camangiare!
E quando la sera non trovavano talvolta, in luogo di letto, che una manata di varech o un lembo di vecchio plaid striato, Sergio tendeva il suo braccio e diceva a Regina:
- Poggia il tuo capo su questo origliere!
Quanto lontana era Parigi! Come la vita era di rose!
Se un bel garzoncello dagli occhi attoniti vedevali passare, Sergio gettava a Regina uno sguardo ardente, smagliato di un sorriso significativo. E Regina arrossiva. Se una povera vecchia, dai capelli rossi, ben segaligna, ben disseccata, fermavasi e tendeva loro la mano in silenzio, Regina tuffava la sua mano nelle tasche di Sergio e dava alla meschina una moneta di sei pence, dicendole:
- Dalla parte di questo signore, la mamma!
Le sere in cui esse non trovavano albergo, domandavano ospitalità in qualche cottage di montanaro o in qualche House di landlord, e riuniti intorno alla tavola a the di fronte ad una bella fiamma di sterpi resinosi, Regina provocava la conversazione sugli usi e costumi della contrada, dimandava storie ed aneddoti, per arricchire l'album e la galleria del suo romanziere.
Sovente e' scalavano i dirupi a picco sul mare - falaises - per ammaliarsi, per contemplare le onde fosforescenti dell'Oceano che attaccava la spiaggia ai loro piedi, ed il cielo profondo scintillante di stelle azzurrognole. E Sergio esclamava:
- Gli astri di lassù non valgono questi!
E baciava gli occhi di Regina.
Poi esaltato da quello spettacolo e' le raccontava ora le lotte della sua infanzia e le follie dell'adolescenza, ora le gioie della sua vita giovanile e virile contro l'odio, l'indifferenza, la gelosia, gli ostacoli che aveva avuto a sormontare per praticarsi una via, tra ciò che puossi addimandare le savane delle lettere, e le steppe della politica.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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