- Lo penso bene.
- Per farne mostra innanzi ad una turba di stranieri, e provar loro, che in fatto di gusto, la Parigina è la prima donna del mondo?
- Il dottore è naturalista: egli ama provare con i fatti.
- Ebbene, mia cara, ne sono incantato.
Regina lo abbracciò ancora una volta.
- Ma tu sarai meco - disse ella.
- Uhm! codesto è un altro paio di maniche - borbottò Sergio. - Io sono in delicatezze con l'Austria.
- Come ciò?
- L'Austria è una vecchia civetta che vuol darsi l'aria, i gusti, l'andazzo, le passioni di una giovinetta. Ora, nella mia qualità di giornalista dell'opposizione, mi occorse più di una fiata provarle, che i suoi denti erano falsi; i suoi colori, belletto; i suoi diamanti, strass; i suoi addobbi, un vecchio resto di rivendugliola di toilette; la sua fierezza, burbanza scenica; la sua forza, un po' d'isterismo; ed il suo codazzo, dei creditori, i quali un giorno o l'altro finiranno per perder pazienza, e non mica amanti. Tu comprendi! dopo codeste brutalità, una vecchia ragazza non perdona mai.
- Ma allora?
- Tu andrai al ballo con tuo zio. Ciò è ammesso e si vede ogni giorno. Egli, è più austriaco del principe di Metternich. Ed io ne sono rapito; perchè io capisco, piccina mia, che la vita in cui forzato sono d'imbragarti, è scura e monotona. Non appartenendomi io stesso, posso appartenerti ben poco. Ma io non sono egoista.
- Lo so.
- Divertiti dunque, poichè tuo zio vuol di nuovo servirti di introduttore. Solamente, ricordati amica mia, che tu porti un nome che obliga.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Parigina Sergio Austria Austria Metternich
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