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      Lo scudo non è desso forse la migliore delle armi?
      Il ballo cui Augusta dava - ella non ne dava che due soli nella stagione - fu brillante.
      I lions della festa furono, è inutile dirlo, il principe di Lavandall e Regina - l'uno per la sua colluvie di decorazioni; l'altra per la sua bellezza.
      Il dottore presentò il principe a sua nipote - E costei ed il principe restarono a(6) chiacchierare insieme un venti minuti.
      Lavandall fu abbarbagliato dello spirito penetrante e fine della giovane; del tatto di lei ad indovinar tutto; della di lei abilità di tutto dire o di tutto dissimulare; della solidità del di lei giudizio e della chiarezza con cui esprimeva ciò che la voleva dire.
      Quando il principe la lasciò, per discrezione, Alberto Dehal - che assisteva anch'egli a quel ballo e che l'aveva covata degli occhi senza volgerle la parola, come fatto aveva all'ambasciata d'Austria, le si accostò.
      - Madama, vorreste farmi la grazia di un giro di walzer? chiese egli con voce commossa.
      - Volevo riposarmi, signore - rispose Regina - ma a voi non posso rifiutare.
      Levossi.
      Alberto la prese fra le sue braccia.
      Era estremamente pallido; si sentiva quasi svenire sotto il peso di quella donna, cui aveva tanto amata e cui amava ancor tanto! Si lanciarono alla danza.
      - Madama - le sussurrò Alberto all'orecchio - non mettete giammai più il piede in questa casa, e diffidate.
      - Di grazia, di che?
      - Questa casa vi contamina. Voi siete in una gabbia di tigri. Partite all'istante. Non vi tornate più, e silenzio... silenzio assoluto!


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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