La noia! oh! l'orribile baratro! Ma, vi rifletto: e se non si vedesse che ciò cui vuolsi vedere? e se non si ascoltasse punto(8), ma punto? Non si potrebbe dunque raccontar questo e non quello? Si potrebbe anzi non raccontar niente del tutto. Perchè, che debbe importare ad una onesta giovane donna, come me, la politica ed i suoi segreti, la diplomazia ed i suoi intrighi? Riflettiamo dunque.
Regina levossi e cominciò a gironzare per l'atelier, mentre la sua mente batteva le ali per lo spazio.
- Sì, riflettiamo. La morale impone di non calunniare e di non ripetere la maldicenze, di non portare intorno cose che potrebbero danneggiare l'onore e la vita delle persone. Sia. Ora, che la Francia civetti con la Russia, che l'Inghilterra cospiri con la Germania, e che si mettano in quattro per ingoiare di un sol boccone la Turchia, l'Italia... che importami, a me? Ciò si dice, ciò si pensa, ciò si fa... Se male ci è, essi non debbono fare il male. Lo fanno? Tanto peggio. Io lo appuro, me lo dicono, l'odo... e lo ripeto come un altro - ve'! proprio proprio come un giornale! Non resterebbe dunque, tutto al più, che una questione di data: io lo saprei e lo direi per la prima. Oh! ecco poi il gran delitto! Peccato da calendario. Cinquanta mila franchi ne assolvono ben d'altri, nel seno della chiesa! Ma tratterebbesi, a quanto pare, di forzare a parlare e di profittare dei miei mezzi di seduzione per cavar dei segreti, dei... che so io? Bah! non si vede che codesto in società, lo si vede tutti i dì... e ve n'àn pure di quelle che profittano di questi vantaggi per saccheggiare i bietoloni.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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