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      Li si leggono: ecco tutto.
      - Li si leggono? di' dunque che li si divorano, che se li strappano, che non si parla che d'essi.
      - Tu non ne diresti altrettanto in un articolo bibliografico, ve'! Ma, a proposito, vuoi tu darmi un consiglio?
      - Più volentieri che venti franchi, figliuolo.
      - Io mi son cacciato in un angiporto, nel mio romanzo.
      - Sfonda l'angiporto, o sollevati in pallone.
      - Su mo'! Trattasi semplicemente di questo: un marito à ricevuto una lettera anonima che l'invita a recarsi al ballo dell'Opéra, ove un domino a faveurs bleues vuole intrattenerlo sul di lui onore di marito. Occorr'egli che il mio piccolo brav'uomo si trasporti all'Opéra ed accetti l'invito?
      - Innanzi tutto, mon petit, codesto è vecchio arci-vecchio, anti-diluviano, e tu faresti meglio frugar per altra cosa. Ma non importa. Noi viviamo tutti di bric à brac nel passato. Dimmi un po': il tuo marito conosc'egli il carattere della lettera? Sospetta egli l'autore di codesta missiva?
      - No, o quasi no.
      - In questo caso, tu non ài bisogno assoluto di codesto vecchio intingolo per la catastrofe. Io gli farei dunque sprezzar la denunzia e nol farei gire al ritrovo.
      - Nol farei gire, nol farei gire...! L'è facile a dir codesto, in fra noi. Ma il mio marito non è un pizzicagnolo che può e che vuole passar oltre sur una simile circostanza. Senza essere geloso, egli à un profondo sentimento di dignità. Senza credere che una donna sia una proprietà inviolabile, per un articolo del codice civile, egli pretende, nonostante, che questa donna rispetti gl'impegni liberamente contratti, spontaneamente presi, sapendo tutta la portata dei suoi doveri, quali la società, a torto od a ragione, gliel'impone.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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