Egli dà piena libertà a sua moglie, piena confidenza; ma egli non tollererebbe di guisa alcuna che codesta donna abusasse della lealtà di lui per coprirlo di ridicolo e di vituperio. Egli è indulgente per i capricci; inesorabile per le colpe. Infine, la di lui fierezza s'insorgerebbe a cogliere sulla bocca di sua moglie il guaime dei baci di un altro. Egli vede nell'infedeltà coniugale non una violazione di proprietà, ma una rottura di patto ed un segno di disprezzo per la sua persona. Tu comprendi allora ch'egli non può restare indifferente alla lettera del domino, quantunque anonima.
- Poichè tu ài messo al mondo un marito di così cattiva tempra, bisogna pur essere conseguente - lo veggo. Ora, innanzi tutto, non considerando in ciò che addimandasi disonore se non una rottura di contratto, egli non può volerne al suo rivale, non avendo egli trattato che con sua moglie. È dessa dunque che debb'essere sola risponsabile dell'infrazione, secondo la tua teoria. Non potendo per conseguenza vendicarsi da uomo, egli è sconvenevole e grottesco fare strepito, chiamare il prossimo a testimone delle sue piccole brighe con la moglie. Arrogi a ciò, ch'e' non bisogna giammai disonorare una donna con la pubblicità. Imperciocchè, anche decaduta e gualcita, la donna è sempre augusta pel dritto divino della bellezza e del piacere. Gli antichi, che non erano pertanto mica galanti, dichiaravano sacrilega, tu il sai, la mano che toccava il velo di una donna. Il velo! figurati la fama. Laonde, caro, da banda il contatto con denunziatori.
| |
I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
|
|
|