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      Madama è entrata nel coupé, e sono partiti.
      Madama aveva bassato il velo. Al n. 97 della via di Amsterdam, il cocchiere à dato voce al portinaio. La porta si è aperta. La vettura è entrata. La porta si è rinchiusa, e la signora non è più uscita. Quella palazzina appartiene al principe di Lavandall. Alle cinque e mezzo, una vettura è uscita, portando via un signore solo. La dama è rimasta, se tuttavia non è uscita da un altro lato. La palazzina deve avere due uscite.
      Terzo giorno.
      La signora è sortita dal suo châlet alle nove meno un quarto. À preso un fiacre di rimessa ed è andata dal dottore di Nubo, via di Lille, n. 31. Alle dieci e mezzo è partita di là, à preso un'altra vettura ed è tornata a casa. Molti signori venuti in visita dalle tre alle cinque(9).
      Quarto giorno.
      Identicamente come il secondo giorno. Solo, il cocchiere del viale Gabriel l'à riconosciuta e le à aperto lo sportello senza dimandare il motto di passo.
      Quinto giorno.
      Uscita alle due, in veste bleue chiaro, à volants, cappello di peluche bleue, mantello di velluto nero. Una vettura, alla via Blanche. Comprato dei fiori, alla Chaussée d'Antin. Poi, come al secondo ed al quarto giorno, è andata al n. 97 nella via d'Amsterdam. È restata quivi. Alle sei, il coupè à portato via lo stesso signore - che è il principe Alessandro di Lavandall. La palazzina à un'altra uscita nella via di Clichy, n. 69.
     
      Leggendo questo infernale processo verbale, Sergio divenne eccessivamente pallido: e' si sentiva svenire. Lo rilesse, per avere il tempo di rimettersi.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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