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      Salì dal suo amico.
      Poi, parlando sempre, aprì la finestra dell'atelier e si assicurò ch'aveva ben giudicato della topografia del luogo. S'installò allora vicino la finestra ed allontanò un piccolo lembo di tela verde che figurava da bandinella e temperava la luce. Di questo modo, egli potè vedere liberamente di fuori senza esser visto. Chiacchierò molto col suo amico, mascherato dal cavalletto, e restò in agguato. Ad ogni strepito di carrozza, volgeva il capo dal lato della via.
      Alle due, una superba vettura a due cavalli si fermò innanzi la palazzina, li cocchiere vociò: la vettura entrò nel giardino. E Sergio vide il principe, cui conosceva di vista, discendere sotto la marquise.
      Mezz'ora dopo, giunse un coupè. Il cocchiere appellò pure: la porta si riaprì; si rinchiuse tosto. E Sergio scorse una dama, celata da un denso velo, saltar fuori d'un lancio, e d'un lancio spiccarsi nella palazzina.
      La dama portava un abito verde scuro a strisce nere, un grande sciallo, un cappello nero.
      E' riconobbe sua moglie.
      Scambiò ancora qualche parola col suo amico, e ritirossi.
     
      Aspettò Regina, che rientrò alle cinque e mezzo, a piedi, portando lo stesso vestimento della dama della palazzina del principe Alessandro di Lavandall.
      - Tu sei incantevole, in quella toilette! - le diss'egli con un sorriso.
      - N'è vero, amico mio? La trovan tutti elegante.
      - Dove sei stata, ma chèrie?
      - O' fatto un giro pel Bois de Boulogne poi ò passeggiato dieci minuti per i Champs Elysées, e rientro a piedi.
      - Chi ài incontrato?


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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