- Ieri - soggiunse Marco - Prospero Delleux ed io ci presentammo dal Polacco per sollecitare a mandare i suoi padrini. Egli li aspettava giusto allora. Nel pomeriggio, infatti, vennero da me due sotto-ufficiali dei chasseurs, e convenimmo che si sarebbero battuti stamane, alla spada, nel Bois di Meudon.
- Oh! Dio mio, Dio mio! - sclamò Regina.
- Alle otto, infatti, eravamo sul terreno.
- Ma il signor Dehal sapeva egli battersi alla spada?
- Lui! - sclamò Marco - egli è lo più forte allievo di Robert, signora. Sventuratamente, le cose non dovevano sciogliersi regolarmente. Il colonnello è uomo di un'età indefinibile. Perocchè à le guance bellettate, una parrucca rossiccia e dei baffi biondi lunghissimi. Quel sembiante colpì Alberto Dehal.
- "Io ò visto questo mariuolo altrove, - mi diss'egli.
Nondimeno, e' non vi fece più attenzione e si apparecchiò alla cosa con la calma che messa avrebbe ad una toilette da ballo.
- Chi avrebbe sospettato mai codesto in quel garzone! - mormorò Regina.
- L'è vero - riprese Marco. Tanto più, che il duello non doveva mica esser uno di quegl'incontri di convenienza, dopo i quali si dice: "l'onore è soddisfatto!" Alberto aveva freddamente sete del sangue del calunniatore. Questi, dal canto suo, doveva esser evidentemente assoldato da qualche odio o da qualche gelosia furibonda.
- Ma io non ò nemici! - fece Regina.
- Credete voi, signora? rispose Marco - Voi siete tanto bella, così elegante, così spiritosa... tutti coloro che non sono per voi... Infine, si misero in guardia.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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