Di un tratto poi il rumore si sparse, che madamigella di Perceval sposava il principe di Lavandall.
- Scherzate voi?
- Il duca di Saint-Cassan à fatto la dimanda di matrimonio ed è stata gradita.
- Impossibile.
- Gli è il duca stesso che me lo à detto.
- Ed a me il conte.
I commentari cessarono. Lo stupore però non cessò.
Infrattanto si preparava il cesto da nozze.
La duchessa di Saint-Cassan e la sua cugina, la vecchia contessa di Cars, non si accordavano riposo - tanto l'impazienza del giovane principe era grande. La domenica seguente si fecero i tre bandi a S. Tommaso d'Aquino. Gl'inviti si spiccarono.
Due giorni più tardi, incontrandosi nei saloni dei Faubourg, la gente si diceva, di un tuono dolce ed insinuante:
- Non sapete? Il matrimonio di Lavandall è ito in malora.
- Come! rotto?
- Positivamente.
- Impossibile.
- Sì vero, che il principe è partito per Roma.
- Via, via! l'ò visto ieri sera, ed abbiamo anzi parlato dei suoi sponsali.
- Ciò può essere. Pertanto, ieri sera stessa, egli ebbe un colloquio col suo futuro suocero. La conversazione fu corta e secreta. Dopo che, il conte di Perceval, pare, ritirò la sua parola - ed il principe è partito stamane.
- Tutto codesto è vero - intervenne a dire il conte di Nubo. Il povero conte francese ha rifiutato la mano della sua figliuola al ricco principe russo. E questi corre le poste in questo momento sulla strada di Marsiglia. Che occorse egli fra quei due uomini? Alcuno nol sa; neppure la fidanzata. Alcuno nol saprà mai, forse.
Lo scacco subito, i commentari ingiuriosi che ne seguirono e circolarono, ferirono al vivo il principe di Lavandall.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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