Pietro condusse la sposa nei suoi appartamenti e chiuse la porta.
Le otto scoccavano.
L'appartamento era rischiarato da un fioco riflesso di luna, che penetrava dai balconi. L'aria era imbalsamata del profumo dei fiori che riempivano le giardiniere.
Un silenzio completo e fitto regnava tutto intorno. Uno strato di neve, spolverato sugli alberi del giardino e sulle aiuole, faceva trovar delizioso il soave calore dell'appartamento.
La figura di Maud, tutta vestita di bianco; la sua corona di fiori bianchi sulla ricca capigliatura bionda; la pallidezza cui le cagionava una strana emozione; la luce bianchiccia della luna che cadeva a piombo su lei dall'alto di un balcone, le davano qualche cosa di fantastico. Era una delle più belle visioni che avessero mai sfiorato l'immaginazione di un poeta.
Il principe di Lavandall la contemplava con occhi febbrili, smarriti; era agitato da un brivido straordinario.
Il suo viso era contratto. Le sue labbra, di un pallore spaventevole. Egli aprì di un tratto le braccia; allacciò sua moglie in una stretta convulsiva; le dette il primo...l'ultimo bacio! sulle labbra. Poi, la dietrospinse con un'estrema violenza, facendo uno sforzo terribile per snodare le sue braccia dalla vita della giovinetta - che si sentiva scricchiolare le ossa, spezzare e soffocare.
Ella andò a cadere sur un divano. Egli stramazzò per terra, svenuto.
Stravolta, smarrita, Maud non pensò neppure a chiamar aiuto.
Aprì il balcone per dar aria.
Un raggio brillante di luna, che si sprigionava da due nuvole, bagnò il sembiante del principe.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Maud Lavandall Maud
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