Un hourrah! eclatante corse su tutta la linea, mentre il conte Alessandro diceva di una voce commossa:
- Permettete, madama, al primo dei vostri vassalli di baciare la vostra mano.
Quella mano era ghiacciata e tremante.
Alessandro la sentì a traverso il guanto.
Maud rispose semplicemente:
- Grazie, fratello!
Ma i due fratelli avevano tante cose a dirsi; Alessandro aveva tanti complimenti a fare a Pietro sulla bellezza della sua consorte; bruciava tanto di comunicargli tutt'i suoi progetti, tutti i suoi favori alla corte, sopratutto dello tzar... Il principe entrò nel coupé del fratello, e Maud continuò il suo viaggio sola.
Ciò colpì Alessandro. Si astenne però di esprimere alcuna osservazione.
La loro madre li aspettava sotto la marquise del verone, fra un esercito di lacchè e di servi che riempivano l'aria di acclamazioni.
La vista di Maud li abbarbagliò tutti.
E per questa semplice ragione, la giovane principessa spiacque alla vedova suocera.
Il principe condusse Maud nell'appartamento di lei, per riposare, per prepararsi al banchetto ed alla festa di notte che li aspettavano.
Entrando nella camera da letto, i loro sguardi caddero sur una lettera, in un vassoio d'oro, sopra una piccola tavola di malachite. Il principe, credendo che quella lettera, la quale li attendeva, fosse a lui destinata, la prese. Però, leggendo che l'indirizzo portava il nome di Maud, gliela rimise.
Questa l'aprì sbadatamente.
Era una lettera di mistress Grown, che ne conteneva un'altra.
Maud l'aprì, lesse e barcollò.
| |
I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
|
|
Alessandro Alessandro Pietro Maud Alessandro Maud Maud Maud Grown
|