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      Il principe rimarcò tutto e non profferì verbo.
      Maud gli porse allora ambo le lettere.
      Il principe non lesse quella di mistress Grown. Lesse a mezza voce l'altra, concepita così:
      Se un dì sarete svanturata ed avrete bisogno di aiuto, scrivete ogni primo giorno del mese a mistress Evelyn March, fermo in posta, a Londra, e sarete protetta. Siete amata, avvegnachè sembriate abbandonata.
      Il principe salutò sua moglie, restituendole la lettera, senza soggiunger motto, ed uscì.
      Maud gettò la lettera nelle fiamme del focolaio, e, malgrado lei, scattò fuori dal suo petto come un grido:
      - È troppo tardi!
      Il principe l'udì, e volse la testa per osservare sua moglie.
      Ella contemplava quasi con gioia la distruzione di quel foglio di carta, che la rallegava ad un mondo sconosciuto.
      Il principe portò ambe le sue mani al volto, e scomparve dicendo:
      - Povero me!
      Noi passiamo oltre la descrizione delle feste.
      Lo tzar Nicola e la tzarina mandarono un monille di diamanti alla giovane sposa, ed un invito pel castello dell'Hermitage.
      A cinquanta leghe intorno, la nobiltà russa venne a visitare la nuova castellana, e tutti si accomiatarono incantati. Perocchè non è mestieri di dire che la storia misteriosa di questi due martiri restò sprofondata nei loro cuori.
     
      Il carattere del principe Pietro non sorprese alcuno. Alla Corte stessa dello tzar erasi favellato dei suoi gusti da scienziato e della sua capacità; ciò che aveva occasionato il rumore, lo tzar lo avesse in vista per un posto diplomatico. Ma se tutti - e la vecchia principessa ella stessa - s'ingannarono, vi eran ben due occhi, i quali, non fissandosi mai sovra alcuna cosa, vedevan tutto e vedevano a fondo.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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