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      Non parliamone più.
      - Ma voi, voi non sapete dunque nulla? - dimandò Maud con ansietà.
      - Che dunque, cognatina?
      Maud scoppiò di un tratto in una esplosione di lagrime, e fuggì al suo appartamento.
      Alessandro restò a piè del verone, come una statua. La sua immaginazione batteva i campi a ragione di cento mila leghe al minuto.
      Una mano si poggiò sul suo braccio.
      Il principe - rimesso dell'accesso - si era trascinato al balcone della biblioteca per rianimarsi al soffio di una giornata di maggio. Aveva visto sua moglie e suo fratello passeggiare. Non aveva udito la loro conversazione. Ma lo scoppio di lagrime e la fuga precipitosa di sua moglie lo avevano colpito. Uscì dunque e venne a suo fratello.
      Questi, sempre assorto, non lo guardò e si lasciò condur via, dietro un ciuffo di arbusti, ove erano dei sedili di marmo.
      Il principe si assise, in faccia ad un raggio di sole di pieno meriggio.
      - Alessandro, cosa ài tu detto a Maud per farla piangere e scappar via così precipitosamente? - dimandò egli di una voce calma e sorda.
      - Che tu non avevi voluto ricevermi... Ma che è dunque? - gridò Alessandro prendendo suo fratello fra le braccia. Mio Dio! che è dunque? Come sei pallido? come i tuoi lineamenti sono alterati! i tuoi capelli sono irti sul capo; i tuoi occhi smarriti, stravolti!... Dio mio! Dio mio! la tua camicia, la tua bocca, la tua barba sono macchiate di sangue... Pietro, Pietro... cosa è dunque, fratello mio?
      - Nulla, Alessandro - rispose il principe provando di sorridere. O' avuto un terribile mal di denti ed ò tentato strapparne uno.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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