Poi soffocato dai singhiozzi, si era precipitato fuori della camera.
Maud avendo mandato la sua cameriera a dimandare a suo marito se la poteva recarsi da lui, Sarah aveva visto sur un canapè, nella biblioteca del principe, una scatola a pistole, e due spade. Tom Barcley, il suo intendente, trovandosi nel cortile quando il conte Alessandro era rientrato, aveva rimarcato che la figura di lui era estremamente pallida, disfatta, stravolta. E Maud avendo, su questa osservazione, mandato questo stesso intendente a dimandare al conte se egli non fosse malato, Alessandro aveva risposto, di una voce interrotta dalla commozione:
- Dite a mia cognata di pregare per me!
A tutte queste circostanze arrogevasi quella voce interna che addimandasi presentimento, e che in certi organismi nervosi acquista la lucidità della profezia.
Maud, natura sognatrice, possedeva questo attributo di seconda vista, e la era affatto donna, come quasi tutte le inglesi.
Le donne del Continente àn tutte, più o meno, delle fibre virili!
Maud comprese che qualche cosa di terribile aleggiava nell'aria; e la sua disperazione aumentavasi, avendo coscienza di non poter nulla scongiurare.
Ah! se ella avesse potuto veder suo marito ed aprirgli il suo cuore!
Ella passò dunque la notte impiedi, ora a piangere ora a pregare - mentre Sarah compieva qualche preparativo di viaggio.
L'alba la sorprese accovacciata sur un canapé, in uno stato di annientamento completo.
Sara supplicolla di andare a prendere qualche ora di riposo, prima della partenza.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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