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      .. o lasciamivi nascondere il viso per piangere e per morirvi.
      Ed e' cadeva in ginocchio innanzi a lei, innalzando verso lei le sue mani supplichevoli.
      Il momento era decisivo.
      Dio pronunziava la sentenza.
      - Principe - sclamò Maud, vedendo i lineamenti di suo marito alterarsi rapidamente - calmatevi. Non vi fate guadagnare, sopraffare da un'emozione fatale. Voi guarirete. Dio mi ascolterà alla fine: voi guarirete.
      Ed alzandosi, ella stese le mani al marito per aiutarlo a rilevarsi. E' la guardò come pietrificato; e levandosi solo, lentamente, solennemente, soggiunse:
      - Io sono giudicato. Non temete nulla, signora, dalla mia emozione. Guardatemi... essa è passata. Addio, signora. Non sono riescito; ma non mi pento del passo che ò fatto. Io soffocava sotto il pondo delle cose cui vi ò confessate. Mi sento alleviato, ora che ò acquietato il convincimento che vi àn dei sentimenti invincibili. Io non sapevo che un poco di pietà, un poco di amore, fossero un tesoro sì immenso. Io pensavo di aver fatto qualcosa per meritarlo: io era un vanaglorioso. Bisogna ricominciare. Ricominciare! Ma se sapessi almeno che, dove, come? Credetemi, signora, io non ò più proprio nulla: ò dato tutto - tutto! Ciò non è bastato. Mi ritiro... Addio!
      - Principe - gridò Maud - nel nome di Dio onnipotente, calmatevi.
      - Su via, forzato - continuò il principe senza più fare attenzione a sua moglie - su via, galeotto, alla tua catena, ai tuoi giorni senza luce, alle tue notti piene di vampe, ai tuoi vaneggiamenti, ai tuoi rimorsi, ai tuoi delirii, alla tua sete di vita, alla tua disperazione.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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