E' disse dunque ad Ivan:
- Dal dottore di Nubo.
La distanza della piazza Vendôme alla via di Lille non è lunga. Egli capitò dal dottore in uno stato di frenesia.
Il dottore stava per uscire.
Il principe entrò dritto nel gabinetto di lui, prese un foglio e scrisse:
/# "Domani, alle 8, alla Porta Maillot. Siatevi solo col vostro medico e le vostre armi. Non padrini.
/* "PIETRO DI LAVANDALL." */ #/
Il principe si volse in seguito al dottore di Nubo e gli disse:
- Domani, io mi batto in duello. Passerò a prendervi alle 7. Voi sarete il mio secondo ed il mio medico.
- Con chi vi battete voi, principe? - dimandò il dottore, un po' imbarazzato.
- Con mio fratello - rispose il principe. Voi volevate conoscere il veleno segreto che rodeva la mia vita, eccolo: Mio fratello ama mia moglie - che non è stata giammai mia moglie - e che l'ama pure. Io credeva averlo ucciso in Russia. Egli risuscita per venirmi a dire "Io amo Maud. Bisogna ricominciare." Capite, adesso? Noi ricomincieremo. A domani.
- Ma, principe - balbettò il dottore - non vi sarebbe dunque modo...
Il principe lo fulminò del suo sguardo carico di disdegno, di disprezzo e di alterigia, e replicò:
- A domani. Io vi domando i vostri servigi in caso di disgrazia; non i vostri consigli e la vostra mediazione. Verrete voi?
- Sono ai vostri ordini, principe - sclamò il dottore.
Il principe di Lavandall partì, ripassò per la piazza Vendôme e mandò Ivan a lasciare la lettera alla porta del conte Alessandro, poi rientrò al palazzo tardi.
Maud era a letto.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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