Ma i giornali di Parigi, che san tutto ed un poco di più, e che sono sempre ben ragguagliati, raccontarono la storia in un altro modo.
Il conte Alessandro non era restato a Parigi che tre giorni e non aveva messo il piede fuori dall'Hôtel du Rhin. Ma il Corsaire lo aveva snidato. Questo giornale aveva anzi ricevuto comunicazione della storia sì drammatica dei due fratelli e di Maud, e sollecitavasi a portarla a cognizione dei Parigini - i quali aman tanto le forti emozioni - soggiungendo fedelmente l'episodio del duello fallito; la ragione di questo contrattempo; e come il conte Alessandro, essendo subitamente fuggito per non aumentare la desolazione di sua cognata, che lo amava, il terribile principe lo inseguisse per obbligarlo a battersi.
Tutti i giornali avevano riportato l'aneddoto sinistro di questo Otello russo, e non si sa come, un di quei giornali era caduto nelle mani di Maud, la quale non leggeva mai giornali.
Bisogna credere che quello stordito dottore di Nubo, il quale ne aveva sempre le tasche zeppe e li seminava da pertutto, avesse lasciato cader quel numero del Corsaire nella camera dell'ammalata - cavando una lettera del principe cui aveva ricevuta da Nizza e che voleva leggerle.
Ed in vero, la cosa ne valeva la pena. Imperciocchè il principe dimandava ragguagli sulla salute di sua moglie, con un'immensa tenerezza.
E' scriveva che egli andava sempre più male, perchè quel clima, troppo ossigenato, non convenivagli punto, e chiamava il dottore appo di lui - quando la salute di sua moglie gli permetterebbe di lasciarla senza pericolo, anzi di condurgliela, se le forze di lei le consentissero di viaggiare, ed il cielo d'Italia potesse facilitarne la guarigione.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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