La principessa prendeva un bagno elettrico due volte al dì, per mezzo di un rheoforo - una specia di mezzaluna che metteva in comunicazione i due poli della pila metallica mediante la catena - e toccava il corpo della principessa con le sue due estremità: l'una applicata al cuore, l'altra al cervelletto.
Ogni cinque giorni, ella saliva di una serie.
L'esperimento essendo benissimo riescito, il trattamento era fisso.
Maud si sentiva sollevata per bene.
Le sue forze si rialzavano. La sua vita cominciava a risbocciare più rapidamente.
Ella si levava di letto adesso, ed un raggio di sole rallegrando il giorno, ella si trascinava verso un balcone per andare ad imbeversene.
Il sole è un sì gran rimedio per i convalescenti! Gli è forse perchè la luce è combustione incandescente metallica?
Ella andava a sedersi nel suo boudoir per ricevere le scosse elettriche. Disponeva ella stessa l'apparecchio; teneva ella stessa i rheofori appoggiati al suo petto. Poteva leggere adesso. Cominciava a pigliare un po' di alimenti. Sostenendosi al braccio di Sarah, faceva il giro del suo appartamento, digeriva già un po' di pesce ed un biscotto di arrowroot in qualche goccia di vino delle Canarie.
Ella era nel rapimento. Ed il dottore partiva dal palazzetto, fregandosi le mani dopo ogni visita.
Si era alla scossa della serie n. 8.
La guarigione consideravasi dunque ormai come assicurata, la cura regolata. Il dottore annunziò quindi un mattino alla principessa ch'egli andava a lasciarla, per una settimana o due.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Sarah Canarie
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