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      E voi sapete come io brucio di recarmi il più presto possibile presso di mio marito. Io vado perfino a scrivergli una lunga lettera, che vi consegnerò domani, e voi gliela rimetterete. Io mi auguro che gli faccia altrettanto bene che ne fanno, a me, le lettera ch'egli vi scrive.
      - Ma, a proposito, principessa - sclamò il dottore come illuminato da un'idea - il nome di vostro marito, cui invocate, fa sovvenirmi di una particolarità cui avevo perduta di vista.
      - Vale a dire? - dimandò la principessa con ansietà.
      - Ma! voi avete dovuto rimarcarlo voi stessa parecchie volte, m'immagino.
      - Che dunque?
      - Che vostro marito à nel suo gabinetto un apparecchio di pile voltaiche esattamente come il vostro, tranne che è di un grado di forza più potente.
      - Appunto - sclamò la principessa - credo di avere ciò visto.
      - Esso l'è certo, perchè il principe ne usa anch'egli, a mio consiglio, avvegnachè con minore beneficio. La forza della scossa essendo calcolata in ragione del sistema nervoso di un uomo, è più considerevole - ed essa è opportunissima alla circostanza ed allo stato in cui voi siete. Voi non avete, dunque, che a far uso dell'apparecchio di vostro marito, come è desso allistato per numero di ordine, e tenervene là, fino al mio ritorno.
      - Avete ragione, dottore. Farò prendermi quell'apparecchio.
      - Terminate dapprima tutta la serie del vostro. Quando vi sarete servita del vostro n. 10, sostituitelo con la serie, dello stesso numero, dell'apparecchio del principe.
      - Sì, grazia: farò ciò.
      - Bisogna mettervi codesto per iscritto, onde non l'obliate?


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440