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      - Ma che fare, allora?
      - Nulla affatto. Il Corsaire sarà profondamente ridicolo fra due mesi, quando vi vedranno brillare nei saloni di Parigi, appoggiata al braccio di vostro marito. Tutto al più, madama, se ciò vi aggradisce, io schernirò un poco al club il direttore di questo giornale sulle sue storie, e lo consiglierò ad attingere le sue nuove ad una sorgente meglio ragguagliata.
      - Fatelo, dottore, perchè e' vogliono renderci dei lions; e voi sapete che noi amiamo traversare il mondo senza rumore.
      Il dì seguente, il dottore venne per la sua visita di congedo, e non trovò nulla ad aggiungere, nè a cangiare alle istruzioni della vigilia.
      Maud gli dette una lettera per suo marito, cui aveva avuto la forza di scrivere, ed ove ella diceva infine quella parola tanto agognata dal principe, tanto pura nel cuore della giovane donna. Ella confessava di amarlo.
      Amarlo! ciò avrebbe potuto sembrare una menzogna, e di già il principe Pietro la reputava un'ipocrita.
      Allora Maud gli raccontava tutte le fasi che la sua passione aveva traversate, tutte le crisi che aveva subite, a come, infine, di un tratto, questa passione anonima - o piuttosto che aveva preso tutte la maschere - erasi trovata amore.
      L'accento di questa lettera era così semplice, sì vero, sì toccante, ch'e' sarebbe stato impossibile di scorgervi un dissimulamento. Il bagliore era così abbarbagliante, ch'e' sarebbe stato d'uopo esser di macigno per non esserne rischiarato, riscaldato, trasportato.
      Il dottore non sospettava guari che macchina infernale e' rinchiudeva nel suo portafogli!


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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