La sua gioia, adunque, era in far dei meschini.
Aveva nondimeno il sembiante dolce, la parola lusinghiera, le maniere graziosamente squisite, un tantin di spirito, ed era mastro nell'arte del tornire in legno(18).
- Figlia mia - disse egli alla principessa Bianca la sera, quando la gli ebbe baciato la mano - ò dovuto contrariarti in questi ultimi giorni nel tuo divertimento favorito, perchè tu avevi cagionato dei malanni. I miei imbecilli sudditi capirebbero, senza fiatare, che venti mila di loro perissero in una battaglia. Essi non saprebbero persuadersi che una principessa possa, per sbaglio, uccidere un bracchiere per un cinghiale. Nondimeno, il tuo medico mi à detto stamane che la tua salute esigeva questi esercizi violenti e che il riposo t'impallidiva. Ti accordo dunque di nuovo il permesso di correre i boschi. Solamente, ti azzecco ai fianchi un cavaliere di compagnia, il quale temperi la tua foga.
- Grazie, babbo - rispose la principessa baciando questa volta suo padre sulla fronte. Se codesto cavaliere cui mi cucite alla gonna è un vecchierello, io lo stancherò, lo sfiaterò... lo farò crepare in tre giorni.
- So pur troppo che tu sei una brigantessa - rispose il re. E prevedendo precisamente codesto, io ti ò destinato un Mentore di venticinque anni: il duca di Balbek.
- Alla buon'ora! Lo farò sventrare allora da un cinghiale - sclamò, ridendo, la principessa.
- Sono contento vederti gaia, cara fanciulla - riprese il re. Abbiamo così poco tempo a restare insieme!
- Che dite voi, sire?
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Bianca Mentore Balbek
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