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      Entrambi sono graziosi e falsi, seducenti e perfidi, pensan nero e dicon rosa - ciò che non li impedisce di esser generosi, sempre gentiluomini - anche nel vizio - sempre eleganti. Entrambi infine odiano profondamente, squisitamente - ed odian forse lo stesso uomo: l'assassino vero di Regina! Ed entrambi dissimulano quell'odio con la precauzione sinistra di una donna di trent'anni, cui si derubò del suo amore.
      Per gl'Iddii! pazienza, mio principe; pazienza, mio Proteo! il dottor di Nubo non à forse neppure sessant'anni!
     
      A quest'ora il signor di Linsac veniva a dimandare la sua parola d'ordine, per non so quale polemica cui aveva impegnata in favore della Gallizia e di Cracovia.
      - Arrivate a proposito, signor di Linsac - disse il principe. O' qualche cosa a chiedervi. So che posso contare sulla vostra discrezione.
      - Lo potete, principe mio. Ma voi sapete altresì che io amo poco le confidenze, le quali sono come le macchie di olio: si spandono e si tradiscono sempre da sè sole!
      - Non temete nulla. Non è mica una confidenza che io vi fo; è un consulto che vi dimando. Non siete voi ancora romanziere, fra linea e linea, bordeggiando fra il diplomatico dell'avvenire ed il pubblicista di oggidì? Ma, da prima, prendete quei due giornali su quella sedia. Leggerete ciò che è segnato all'inchiostro. Vi risponderete, aggiungendo: che, quantunque dato dal Journal Français de Francfort e dalla Gazzetta d'Augsbourg, voi avreste della pena a credere a quelle notizie, se, trattandosi di una perfidia, la mano del principe di Metternich non vi fosse mischiata.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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