Voi vedete chiara la cosa, n'è vero?
- Perfettamente.
- Bene. Ora, come vi condurreste voi per ottenere quei documenti? Per alcuna considerazione al mondo, l'ambasciadore d'Austria non vorrebbe disfarsene.
- Ma! se egli non vuole darli, io non veggo che un mezzo: pigliarglieli.
- Alto là, signore! - sclamò il principe aggrottando. Cedesti procedimenti sono buoni per quei governi di mascalzoni che voi chiamate parlamentari, e per quei ministri saltimbanchi che vanno a farsi assolvere delle loro stoltezze e delle loro infamie da quella masnada d'idioti cui voi addimandate una maggioranza. Maggioranza! Poffardio! come se in questo mondo la scienza, la probità, l'onore fossero la dote del più gran numero, e l'imbecillità una anomalia minima! I piedi valgono dunque meglio della testa, perchè son due, mentre la testa è sola?
- Cosa volete, principe mio, - sclamò Linsac sorridendo, - quei gnoccoloni di Inglesi ci ànno importato ciò... con la scienza abbominevole del confortable, il libero cambio, la vita a buon patto, ed il beefsteak saignant.
- Voi avete mal capito l'Inghilterra. Colà, la maggioranza non è, in sostanza, che la minoranza. Vi à dunque tanta gente che possa spendere 250,000 franchi per cavarsi il solletico di andare a gridare per sei mesi, durante cinque anni - se non arrivano accidenti - in un bazar di coscienze? Ma infine, se appo di voi involar delle carte può essere scusato da ciò che voi chiamate ragione di Stato, in quella Corte autocratica, che i vostri giornali dell'opposizione calunniano ogni mattino, da quel despota di tutte le Russie, di cui i vostri mariuoli a penna di acciaio fanno un tiranno da tragedia, un atto simile sarebbe ricompensato dello knout e dei lavori forzati nelle miniere dell'Ural.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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