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E così, per quattro pagine zeppe zeppe.
- Quale di quelle due lettere è più vigliacca, e chi di quel padre o di quello sposo è più infame agli occhi di Vostra Altezza?
- Si valgono: la scelta sarebbe impossibile. Ma il risultato di tutto ciò non si fece attendere. Il duca di Balbek però, innanzi di mettersi all'opera seriamente, esigette, per iscritto, il mandato di cooperare ad assicurare la successione del re Taddeo. Suo zio, ministro del re Claudio, gli rilasciò questo attestato - come pure la copia autentica della lettera di re Taddeo e della risposta di re Claudio. E gli è precisamente questo documento essenziale dell'affare, cui non ò, e che mi occorre. Le lettere dei due re, copiate da un gesuita disgraziato, non ànno alcun valore morale: possono essere falsificate. Però, queste medesime, scritte, copiate da un ministro degli affari stranieri, e munite dei suggelli dello Stato, quella lettera ministeriale che autorizza l'impresa del duca di Balbek... ecco ciò che è capitale.
- Ma in che modo Vostra Altezza à avuto cognizione e comunicazione di questi documenti?
- Vado a dirvelo. Il matrimonio fu dunque manipolato e precipitato. Sei settimane dopo la sua partenza, il marchese delle Antilles, ritornando alla Corte del suo padrone, gli annunziava, e conduceva la sposa ed il successore. Mio fratello si recò, incognito, alla frontiera dei suoi Stati, all'incontro della regina. La bellezza di costei lo abbarbagliò - disse egli. - Egli pretestò dunque che la giovane donna dovesse essere stanca del viaggio; ordinò che si facesse sosta, e, contrariamente alla severa etichetta della nostra Corte, il matrimonio fu consacrato e consumato nel luogo stesso.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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