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      Il fatto fu che, mentre un giorno ella cacciava quasi sola - lasciandosi dietro e ben lontano il suo seguito, secondo la sua consuetudine - il suo cavallo si abbattè a qualche centinaio di passi dal verziere delle religiose. La regina si trovò coricata per terra, ed il suo cavallo si allontanò al galoppo. Alla vista del destriero della regina corrente solo, gli staffieri ed i grooms di S. M., che l'avevano perduta di vista nei viali della boscaglia, si spaventarono. Si precipitarono tutti verso il luogo ove ella era scomparsa. E si finì per scoprirla, per terra, svenuta, pallidissima, ed un cotal poco sgraffiata qua e là.
      - Che donna di genio! à conquistato la corona.
      - Ne sareste voi innamorato, principe?
      - Ne sareste voi geloso, monsignore?
      - Quasi. La paura fu grande nel servidorame. Si raccolse la regina, cui si trasportò immediatamente nel convento, e si corse ad avvertire il re della disgrazia successa. S. M. sembrò fulminata. Credette tutto perduto. Si mandò a cercare il medico del villaggio vicino - il quale non potè giungere che molto tardi il dì seguente. La notte però la regina fu presa dalle doglie di un parto accelerato dalla caduta. L'è un aborto, dicevan tutti - senza escluderne la vecchia cameriera, anche un po' levatrice - cui la regina aveva condotta dal suo paese - e compreso il medico, il quale in tutto codesto non vide che i pranzi ed i scudi reali. Il re si desolava, - dicevasi. Il neonato non sarebbe vitale. La regina correva grossi rischi. Gli empi! Essi contavano per nulla l'intervento della Vergine della Scala in quel malore!


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





Vergine Scala