Pagina (267/440)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ..
      - Voi avete ben ragione. Però, bisogna che sappiate che i RR. PP. ànno di già fatto delle ricerche inutili. I documenti in questione non sono, e' sembra, presso il duca di Balbek. Si è rimuginato dovunque in casa sua, si pensa - dovunque, almeno, l'occhio di un lacchè e la mano di un ladro possono giungere. Le ricerche sono state infruttuose. Al palazzo dell'ambasciata non vi è nulla. Ora, come non è probabile che quelle carte fossero state distrutte; come il duca di Balbek non è un sere a disfarsene per nulla; come non le gli si strapperanno che dopo una resistenza disperata... la partita cui impegniamo diventa terribile. Nondimeno, dovessimo noi mettere il fuoco ai quattro cantoni di Parigi, quelle carte mi occorrono. Bisogna che io le depositi nella cancelleria russa a Pietroburgo, dove tutta la diplomazia straniera potrà consultarne e verificarne l'autenticità, prima che io dia la battaglia suprema a mio fratello ed al successore cui à fabbricato per frustrarmi del trono. Cosa pensate voi fare, principe?
      - Altezza, non ne so ancora nulla.
      - Io parto per l'Inghilterra. Se avrò del danaro, ve ne manderò.
      - Ve ne sarà forse bisogno. Noi abbiamo a fare con un nemico formidabile - il duca di Balbek, soppannato da un compare terribile, il dottore di Nubo. La battaglia cui andiamo a presentare a quelle volpi-tigri sarà rude. Piaccia a Dio che, se vi debba esser del sangue, non vi siano almeno delitti.
      - Principe - disse il sire di Tebe levandosi - sangue e delitto sono parole che non ànno un significato assoluto, e non ispaventano che gli spiriti piccoli e le coscienze di già punticce.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





Balbek Balbek Parigi Pietroburgo Inghilterra Balbek Nubo Dio Tebe