La superiora del Sacré-Cœur voleva tenersi sua nipote al convento, onde innalzarla poi fin non so dove - al suo posto forse, quando ella morrebbe, o a quello d'una santa del paradiso. Per conseguenza, Adriano era allevato al seminario di Saint-Sulpice, e Vitaliana nello splendido stabilimento della strada di Varenne.
Le loro madri li visitavano durante tutto l'anno. Ma i due cugini non si vedevano altrimenti che nel tempo delle vacanze.
Si videro così, per quattro o cinque anni, quasi tutti i giorni, nelle sei settimane che passavano presso le loro madri - Adriano smorfiando la messa; Vitaliana la maestra della classe - regalandosi copia d'immagini; raccontandosi parecchi tratti e propositi e parecchie storie di famiglia dei loro compagni reciproci; rivedendosi con gaudio; separandosi con tristezza; promettendosi di scriversi, ed aggiornando altri spassi all'anno venturo.
Adriano toccò così i diciotto anni.
Vitaliana i sedici.
Essi si avevano scambiato fin là dei baci senza importanza, come avevano cambiati i loro volanti, i loro palloni, i loro giuocattoli(26), le immagini benedette, i piccoli libri pii, i libri da messa legati in rosso e dorati ai tagli. Ma quando si separarono quest'anno, quando si abbracciarono par dirsi: a rivederci! Vitaliana imporporì fino al bianco degli occhi, Adriano impallidì fino alle labbra - quelle ciliege inalterabili. Poi, e' si guardarono ancora, rivolgendosi, ed entrambi asciugarono una lagrima in silenzio.
Adriano ritornò al seminario.
Vitaliana restò in casa di sua madre, perchè la zia del Sacré-Cœur era morta, e la contessa di Muge si curava poco di fare di sua figlia una maestrina o una beata.
| |
I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
|
|
Sacré-C Adriano Saint-Sulpice Vitaliana Varenne Vitaliana Adriano Sacré-C Muge
|