- Tu dici codesto, tu? Come! Si danno 2000 franchi ogni sera alla Grisi, per una cabaletta, senza menar scalpori, e si trova enorme se io domando la metà di quel prezzo? Ma cosa è dunque un gorgheggio in paragone di un bacio di queste labbra, vedi! di queste labbra, il cui soffio è come la parola di Gesù a Lazzaro: vivi! In verità, gli uomini sono idioti!
- Morella - osservò Sergio, dopo un momento di riflessivo silenzio - io sono felice della scelta che ò fatto e dell'ispirazione che ò avuta. Tu mi farai onore; ed io non dubito del successo. Terrai il tuo posto con bravura. Io ti rimpiangerò sempre, ma meno se sei fortunata.
- Parliamo d'affari allora, e formola le istruzioni che vieni a darmi. Tu ài detto che io entrava nella carriera della diplomazia?
- Vi sei di già.
- Che io era al servizio di un'Altezza, da cui il sotto ambasciadore di Russia teneva il suo mandato?
- Te lo confermo.
- Che io doveva ammaliare un bel giovane?
- Egli è anzi troppo bello - ed io ò paura che tu ne diventi amorosa e che ci tradisca.
- Decisamente, tu ài una cattiva opinione di me. Rassicurati, allora: io amo di già. Non se ne amano due alla volta.
- Tu l'ami dunque davvero?
- Al punto, che io non mi lamenterei degli stivaletti rotti per andarlo a vedere.
- Lo compiango: tu ne farai un idiota.
- Ciò mi riguarda. Io pretendo farne un angelo del paradiso. Ma dimmi il nome della vittima che gittate nei miei artigli.
- È il duca di Balbek.
- Lo conosco... e l'odio.
- Come ciò?
- Un quindici giorni fa, io era sola - sola in un palco agl'Italiani.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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