- Ma chi à potuto ispirarti l'idea che io nol fossi? L'avresti tu letto nella Gazette de France - che mi manda, dicono, ogni domenica, alla messa di S. Tommaso d'Aquino, dove io non ò mai messo il piede? Tu non rispondi?
- Non una nuvola in casa tua, dunque? tuo marito ti ama...?
- To'! tu mi rammenti che sono quasi otto giorni che non l'ò visto. Quel povero Carlo è così occupato! Negozia, da circa un mese, un trattato di commercio con l'ambasciatore d'Inghilterra, che à la gotta ed abita ancora Chantilly. E' pare che codesti ambasciatori lavorino come dei fabbricatori. I governi ed i popoli sono così esigenti!
- Proprio.
- L'è pur così. Ma con codesto, voi non mi dite mica, signorino, perchè avete rinunziato a quel delizioso mestiere di vescovo, cui, in un accesso di divotamento alle miserie dell'umanità, avevate scelto. Ti ricordi tu quanto mi spaventavi parlando di andarti a fare rosolare un po' le costole, per atteggiarti a martire! Come ti avrei io bene adorato sur un altare, con un coperchio di casseruola sul capo ed un piumaccio, millantantesi palma, nella mano!
- Vitaliana, tuo marito ti ama? ami tu tuo marito?
- Che razza di questioni stupide mi indirizzi tu là, Adriano... no, signor conte di Alleux? Voi v'immaginate dunque che io andrei a dirvi: Signore, io non amo mio marito!... signore, mio marito è infedele... quando anche ciò fosse?
- Gli è, Vitaliana, perchè tua madre è assente, tu sei sola, ed io sono in questo momento il capo della nostra famiglia - e perciò il tuo sostegno nella sventura.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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