Voi non potete voler codesto. Che volete voi dunque? Che debbo io fare?
Io sloggio. Ti lascio qui i tuoi ninnoli ed il tuo legname per la tua nuova pensionaria.
MORELLA
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Il giorno stesso, il duca di Balbek si mise a correr Parigi per trovare una nicchia a Morella.
Fece dei miracoli di attività - e lo si capisce del resto.
Comprò a nome della contessa Morella di Miraflores una palazzina nel rione di Beaujon - civettuola come un'ingenua e quasi nascosta nei boschetti d'alberi; in una strada che si chiamò più tardi dal nome di quel sovrano dei romanzieri di tutti i tempi e di tutti i paesi: Balzac! Il mistero gli conveniva; perocchè la cattiva azione cui commetteva lo fascinava ma gli pesava.
Il giorno seguente, uno dei primi tappezzieri di Parigi mobiliò la palazzina con eleganza e ricchezza, e v'installò una fante ed un'eccellente cuoca del Perigord.
Il duca, dal canto suo, comprò un piccolo coupè ed un pony irlandese - i due formando un veicolo simile ad una rondine - e di cui un bel cocchiere inglese incipriato moderava l'ardore.
Il duca non aveva quella sessantina di mille franchi cui spendeva in ventiquattro ore. Il suo feudo di Balbek, come il nome lo indica, era in partibus infidelium: una sovvenenza anzi che una rendita. Gli onorarii di ambasciatore, oberati di spese, non oltrepassavano i 100,000 franchi. Egli spendeva molto usando senza limite del credito parigino - uno dei più allocchi crediti europei.
Il dottor di Nubo venne in suo soccorso in questa lotta titanica del desiderio contro l'ostacolo di una cassa vuota, e la riempì del danaro degli usurai.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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