Madama Augusta Thibault fu il banchiere misterioso del dottore, il quale, prestando il suo nome, toccò un doppio sconto.
Questo sforzo di volontà, sostenuto da un concorso amichevole, ebbe un pieno successo.
Alle quattro, tutto era pronto per ricevere la fata del luogo. Di guisa che, alle cinque, lo zio Pradau - insediato di già a cameriere del duca - potè portare alla contessa Morella di Miraflores la lettera seguente - scritta dal suo padrone, ma ispirata probabilmente dal dottore. Imperciocchè, quelle delicatezze non erano nè nello spirito nazionale, nè nel carattere, nè nell'educazione, nè nella tempera dell'anima del giovane diplomatico.
Madama la contessa, il vostro notaro, maitre Tressard - via di Provenza, 54 - mi à favorito or ora l'indirizzo del vostro hôtel, e mi apprende che voi vi pranzerete stasera. Volete voi, madama, farmi l'onore di serbarmi un posto alla vostra tavola? Avrei gran piacere di baciarvi la mano - ed è la sola ora della sera di cui posso disporre. Tolgo ad imprestito il vostro coupé per andarvi a pigliare.
Ai vostri piedi, madama.
CARLO DE BALBEK.
Leggendo questa lettera, un sorriso raggiante illuminò il sembiante di Morella. Quell'ouate di acciaio sembrava tocca!
Era forse l'interesse? Mai no. Era l'artista che godeva del suo trionfo. Era l'amor proprio che cantava nel suo cuore.
Divinità terribile! delle vittime umane s'immolano sul tuo altare.
In quell'istesso istante, la cameriera entrò e le rimise una lettera di Sergio di Linsac - imprudente per un aspirante diplomatico - in cui egli rispondeva con queste due parole sinistre:
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Augusta Thibault Pradau Morella Miraflores Tressard Provenza Morella Sergio Linsac
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