Il duca, lui, ne fa le sue feste. Egli mi consulta. La finezza del mio spirito lo penetra. Io mi aspetto ch'e' mi dimandi un giorno che io gli detti i suoi dispacci! Io gli ò fatto rimarcare che l'ambasciadore d'Inghilterra à la vista cortissima e che quello di Prussia è sordo. Quando io lo tengo dal naso, radendogli la barba, e' sente la mia superiorità morale. Il naso, madama? Ma desso è l'indice - di cui il cervello è la sfera. Impugno l'indice, l'ora si ferma.
- Ài tu finito, animale?
- O' letto in uno zibaldone che un poeta italiano à chiamato la donna animale grazioso e benigno. E' sognava di voi, madama! Il duca mi rispetta. Io gli spiego il listino della Borsa, scolpendo il nodo della sua cravatta. Ah! se egli mi ascoltasse, come io lo ascolto, e calpestasse le mie pedate! Io ò guadagnato trentadue mila franchi. Egli à cento cinquanta mila franchi di debito.
- Tu esageri.
- Madama, voi ignorate l'ottica dell'anticamera. Sappiate, che si addiziona nell'anticamera, mentre si moltiplica o si sottrae nella camera da letto. Noi abbiamo dunque decomposto il duca in cifre, ed abbiamo ottenuto i resultati seguenti. Al signor Claret, il maestro di casa, 80,000 franchi - per due mesi e mezzo di spese che egli à avanzate; a diversi fornitori del signore e della signora - per fatture non pagate - 10000 franchi. Ora io, io aggiungo - dallo estratto delle carte del duca che ò percorse: 40,000 franchi, al dottore di Nubo - per danari prestati; 30,000 franchi gioielli di madama, messi al Monte di Pietà; 10,000 franchi, dovuti a gioiellieri - per gioie somministrate, e che non son mica venute al palazzo dell'ambasciata; 25,000 franchi, reclamati con un viglietto compitissimo da M. De Lionne, agente di cambio - per non so quale operazione.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Inghilterra Prussia Borsa Claret Nubo Monte Pietà De Lionne
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