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      Non pertanto, l'è una ragazza savia - eccetto che va ogni domenica a messa, ove resta talvolta tre o quattro ore. Io non conosco di pievano così lungo in la bisogna.
      - Alla messa! alla messa? - obbiettò madama Thibault. E la duchessa?
      - La duchessa? Vedete! il nostro hôtel è una strana residenza, in fede mia! Mentre che in un appartamento gli aquiloni infuriano e fischiano, in un altro il sole e l'azzurro non si velano giammai di nuvole. Appo il duca, l'ansietà terribile dell'uomo alle prese con i bisogni, con i creditori, con le passioni; dell'uomo obbligato a mentire ad ogni istante per non pagare i debiti; che si ruina, che si disonora, che subisce tutto le torture, tutti gli affronti dal mercante - balbuziando ogni specie di scusa; che nasconde la lepre della sua anima sotto i suoi crachats; che si vede eternamente innanzi lo spettro della giustizia - la quale l'obbliga a pagare - e di bisogni infiniti, i quali l'obbligano a contrattar nuovi debiti. Appo la duchessa, tutto è serenità e candore. Ella ignora tutto ciò che à luogo in casa sua. Non si avvede di nulla - neppure che, da due mesi, ella non à visto suo marito tre volte!
      - Il duca non l'ama dunque?
      - Ecco ciò che io non sono giunto ancora a sbrogliare. Quando gli affari di Stato mi daranno un po' di tregua, intraprenderò questo subietto. Ma come volete che io mi prodighi adesso ad interrogarlo su queste minuzie, quando io ò il tempo appena di estorquergli i tradimenti di quel botolo di Metternich, i segreti di quel mastro di astuzie di Nesselrode, e di farlo pronunciare sulle intraprese del signor Thiers e del signor Guizot?


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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