- L'è una minaccia?
- No, perocchè vi potrebbe essere qualcuno dei vostri colleghi che gli salda il nostro debito a questa condizione.
- Ed il conte di Muys? L'avete visto! Consent'egli ad aspettare?
- Egli dice - io vengo adesso di casa sua - che i debiti di giuoco si pagano sul tavolo o si saldano con la spada. Chi attende, deroga; e che egli è di vecchia razza. Per conseguenza, se non riceve in giornata, o domani, i quindici mila franchi che gli dovete, egli vi schiaffeggerà al club, in presenza di tutti. Bisogna vederlo! Si è sempre più ruvidi con gl'intermediari che col soggetto principale.
- Io mi annego! - sclamò il duca alzandosi.
- Ne ò ben paura - proseguì il dottore con calma. Al club, si à l'aria di sospettare che la nostra buona fortuna al giuoco non è sempre di buona lega. Ci sorvegliano. Anche questa risorsa si dissecca per qualche tempo. Occorre, anzi, perdere e pagare.
- Insomma, ditelo di un motto solo; voi mi portate una corda per impiccarmi!
- In ogni caso c'impiccheremo insieme; perocchè voi mi avete attirato nel vostro abisso. Ma - rimarcò di Nubo, voi non avete altro scampo, altra possibilità di salute?
- A meno che voi non mi consigliaste di svaligiare i viandanti o di trafficare di mia moglie.
- Non mi avete voi parlato un giorno, per allettarmi a venirvi in aiuto, di non so che carte cui possedevate, che valevano milioni?
- Io non vi ò mentito. Io possedo quel tesoro. Ma, giustamente perchè quelle carte valgono milioni, non bisogna sciuparle per dei soldi.
- Caspita!
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Muys Nubo
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