Il waltzer ricominciò. Lord Warland e Vitaliana scomparvero nel turbine. - Il waltzer fa comprendere ciò che è la donna - disse milord: esso fa della vertigine un piacere di dei. - Anche quando quella donna pesa una tonnellata e mezzo, come madamigella di Paray, che balla con mio cugino? Quel povero Adriano respira come una foca. - Siete voi ben sicura che egli ansi, madama? Io credo ch'egli nasconda un sospiro sotto un anelito - ciò che arriva sempre quando si valsa all'intenzione di un'altra. Vitaliana non rispose. Si rimisero a valsare. Quando si fermarono per riposare, lord Warland dimandò: - Andrete voi al ballo dell'ambasciatore d'Inghilterra, martedì prossimo, duchessa? - Non credete voi dunque, milord - rispose Vitaliana ridendo - ch'ei sarebbe una imprudenza per una transfuga? - Oh! perdono, madama: vi si celebrerebbe, al contrario, il ritorno della figliuola smarrita. - Io penso, milord, che non ò, per il momento, alcuna voglia di ritornare. - State in guardia, duchessa. Se lord Palmerston vi vede mai, egli sarebbe capace di dichiarare la guerra alla Francia. - Bravo! non abbiamo noi M. Guizot, milord, che sarebbe capace di pagarvi delle indennità? - Le indennità ànno del buono, madama, ed alcuno non fa loro il muso. E voi vedrete, madama, che vostro cugino, dopo avere volteggiato con una balena, vorrà volare con un'allodola, e verrà ad invitarvi. Indennità! - Il conte di Alleux non è poi tanto Inglese in fatto d'indennità, milord - rispose Vitaliana slanciandosi di
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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