Un manigoldo non retrocede innanzi all'idillio, se lo trova di suo pro. Il carmina proveniunt animo deducta sereno è una baggianata volgare.
Vitaliana, dagli occhi divaricati, cercò l'infamia sulla faccia di suo marito - come Otello cercava il bacio sulla labbra di Desdemona. Non vi scorse che l'ebbrezza della pace, e l'impronta del sentimento che il mondo non aveva per lui che delle rose!
La visita non durò che tre minuti.
- Si è sempre certi di trovare sua moglie, ahimè! - dicevasi il duca. Le Morelle sono, invece, come i giorni di sole nell'inverno dell'Inghilterra.
Il cervello di quella bella creatura, d'altra banda, avea, la vigilia, partorito di un'idea bizzarra. Vitaliana era dunque anch'ella felice.
Il dottore di Nubo si era guizzato col duca nella palazzina di Morella - il dì dopo della festa - per dargli calma, ed avvisare con lui al mezzo di scongiurare il pericolo. Però egli aveva, principalmente, voluto vederlo prima della ganza, onde impedirgli che affogasse in quel baratro tutto il prodotto della sua infamia.
Il dottore desiderava prelevar della somma un qual cosa per dare un pizzico di scudi ad ogni creditore, ed insinuar loro così la virtù della pazienza.
Riuscì.
Il duca udì ragione.
E' prese 5,000 franchi per lui, ne lasciò 20,000 sul davanzale del caminetto di Morella, e rimise il resto al suo Mentore.
Orbene, Morella parve così tôcca di questa gentilezza del suo amante, che gli acconciò la sorpresa di una festa - oltre le sue previe terribili carezze.
Forse il principe di Lavandall avrebbe potuto reclamare la sua quota in questa sùbita inspirazione di Morella; ma non è mo il momento d'imbarazzarci in questa investigazione.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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