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      Capite voi, madama, un uomo che, per una somma di danaro, mercanteggia l'onore della donna che l'amò ed il destino del figliuolo che la gli diede?
      - Dite, principe, dite: che bisogna fare? - gridò Vitaliana, ora pallida, ora rossa.
      - Ebbene, duchessa, quelle carte non possono essere in sicurtà che in mani reali. Io vi lascio la dichiarazione di vostro marito contro quelle carte, cui manderò all'imperatore. Lo czar Nicola, padre e cavaliere, sovrano prudente e giusto, saprà meglio di chicchessia che uso farne, e che valore esse abbiano.
      - Io comprendo tutto - disse Vitaliana dopo un momento di riflessione - forse anco la catastrofe che mi avvolge. Dovessi io mettere il fuoco al palazzo, voi avrete, principe, i documenti che chiedete. Ma bisogna che io li trovi io stessa - e vi sono tanti cartoni e filze nella cancelleria e nel gabinetto del duca...
      - Madama, delle carte come quelle lì non si lasciano esposte nella segreteria e neppure nel gabinetto. Quelle carte sono personali del duca. Esse non possono dunque rinvenirsi che fra le sue carte particolari. Rovistate là dove egli conserva ciò che à di più caro e prezioso. Io fo voto che sia tempo ancora onde risparmiare un disastro ad una nazione, il vitupero ad una donna, la degradazione ad una regina, e l'infamia alla vostra famiglia, duchessa. Ve l'ò detto: documenti per documenti. Potrò allora scrivere all'imperatore: ò barattato questo per quelle... e mi farò perdonare.
      - Comincerò le ricerche oggi stesso, principe, e spero che Dio avrà pietà di me.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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