In ogni caso, la speranza intonava nel suo cuore un inno di trionfo.
La presenza di Morella, in quell'addobbo famigliare, poteva uccidere questa speranza gloriosa, provando a Vitaliana che il suo amore non era, almeno, uno di quelli che si desolano.
La gelosia di Morella poteva ruinar tutto. La gelosia di Vitaliana, se lo amava un sinsino, poteva tutto salvare.
E' doveva ad ogni modo scegliere e sacrificare una di quelle due donne, per il momento.
Ma le donne come Morella ànno la vita dura e sono armate da capo a piedi! Le donne come Vitaliana perdonano raramente ciò che esse chiamano un simile oltraggio!
- Adriano - gridò Morella, ringhiando. Tu dovevi per lo meno dirmi che ricevevi delle duchesse! Avrei fatto un tocchino di toilette.
- Signora - rispose Adriano di un tono calmo, freddo, ma severo - la duchessa è mia cugina, ed è la prima volta che mi fa l'onore di mettere il piede qui. Ella à probabilmente una ragione straordinariamente grave di parlarmi. Noi dobbiamo esser soli.
In questo mentre, Vitaliana si era ritirata in disparte, e guardava l'abbozzo di una capra sur un cavalletto.
- Tu mi scacci dunque? - gridò Morella impallidendo.
- Vi riconduco, signora - riprese Adriano. Dappoichè la mia casa è stata santificata da quella nobile donna, alcun'altra non vi metterà più il piede oggimai. Ve lo prometto.
- Adriano! - sclamò Morella di una voce soffocata. Io non sono mica in vena di centellar madrigali. Codesta facezia mi disgrada. Mi avevan gittato sotto i piedi il marito di quella donna, senza che io me l'avessi cercato.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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