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      I colpevoli sono forse delle vittime. Calma, dunque. Lascia che io mi trovi in mezzo a questo garbuglio di dubbi. Lasciami scandagliare questo abisso, ove non vedo chiaro, per il momento, che una sola naufraga: voi, duchessa; te, Vitaliana.
      Adriano provò di pigliar la mano di sua cugina. Ella la ritirò vivamente e si alzò.
      - Allora - diss'ella - che pensate voi? Che occorre fare?
      - Lasciatemi riflettere, questa notte...
      Le labbra di Vitaliana si crisparono. Adriano, che se ne avvide, non distinse se fosse un sorriso o uno spasimo.
      La notte!
      Che di cose la notte non doveva dessa rammentare a questa donna, sia ch'ella fosse amorosa o gelosa, sia che l'avesse semplicemente osservato la bellezza di Morella e la sua intimità con suo cugino!!
      Questi riprese:
      - Mi permettete voi, madama, di presentarmi in casa vostra, domani?
      Vitaliana riflettè, poi disse:
      - Al postutto! perchè io sono venuta qui?
      - Grazie! - gridò Adriano raggiante. Io vi porterò domani il resultato delle mie riflessioni, un piano di condotta fermo, e... il mio pentimento, se...
      Vitaliana squadrò suo cugino di uno sguardo freddo, severo, disdegnoso, e disse:
      - Fate chiamare la mia gente.
      - Vitaliana... - sclamò Adriano, cadendo in ginocchio.
      - Conte d'Alleux, siete aspettato lì su - osservò la duchessa, ed uscì.
      Il suo lacchè l'attendeva nel corridoio.
     
     
     
      XV.
     
      Una spiega che finisce in una dichiarazione di guerra.
     
      Adriano si presentò in casa di sua cugina alle otto del mattino.
      E' non ignorava punto che l'ora era indebita, e che Vitaliana non poteva riceverlo immediatamente.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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