- Ah! ciò eccede il possibile! - gridò Vitaliana, uscendo con veemenza. Voi siete infame fino all'estremo. Ebbene, che l'abisso si apra per tutti.
Vestirsi, uscire, salir in un fiacre, correre da suo cugino, fare irruzione nel suo atelier... non fu che uno slancio. In meno di un'ora, ella si trovò in faccia del conte di Alleux, e gli gridò:
- Adriano, io ti amo. Eccomi a te!
Adriano gettò un grido ed aprì le braccia.
- No, giammai - gridò di nuovo Vitaliana - rinculando, giammai qui!
E con la stessa esaltazione e la medesima precipitazione che aveva messo a venirsi a dare a suo cugino, fuggì di colà e ritornò a piangere in casa sua.
Adriano non ebbe nemmanco il tempo di gridarle dietro:
- Io ti amo, Vitaliana!
Egli ricadde sul suo seggio, e, come un uomo che parla in meditando, si disse:
- Ed il marito?... Ah!... Ebbene... ella è vedova!
XVI.
Le dighe si rompono.
Nelle situazioni estreme, o si diviene idioti o si acquista una lucidità ed una prontezza straordinarie delle facoltà.
Il duca di Balbek, avendo il senso morale obliterato, non divenne ebete. Perocchè d'ordinario questo stato di spirito è il risultato dell'eretismo della coscienza - quando non v'è lesione organica materiale che lo determina.
Il duca riconobbe dunque immediatamente la mano che aveva potuto sottrarre il suo portafogli violetto dal suo stipetto. Ei ve lo aveva visto due giorni innanzi. Le carte erano dunque state prese in sua casa, negli ultimi due dì.
I domestici non erano in causa. Essi avrebbero, tutto al più, aperto il mobile, ma non avrebbero potuto far agire la molla del nascondiglio.
| |
I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
|
|
Vitaliana Alleux Vitaliana Vitaliana Balbek
|