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      - Nel caso! - mormorò il duca. - Con gli altri gentiluomini si sa anzi tratto quali sono codesti casi. Con noi altri, allevati al seminario o dai padri gesuiti, codesti casi sono indefiniti e sfuggevoli.
      - Voi credete?
      - Ditemi, a tutto azzardo, se voi opinate che introdursi in casa di qualcuno che è assente, aprire i mobili, pigliarvi un portafogli con delle carte, non sia il caso di aver dei rimorsi e di offrire delle spieghe.
      - Gli è inutile l'andar per circuiti - gridò Adriano con impazienza. Precisate i fatti.
      - Precisare! Ma e' mi sembra che io mi abbia messo il proposito assai chiaramente. Gli è vero, sì o no, che voi siete venuto ieri mattina, alle otto, in casa mia?
      - Sì. E poi?
      - Gli è vero, sì o no, che vi si è fatto attendere nella mia camera da letto, a richiesta vostra, per fumare liberamente, avete voi detto?
      - Sì. Continuate.
      - Continuo, certo, perocchè non vi è che voi che siate entrato in quella camera. Ora: siete voi che avete aperto uno stipetto a capo del mio letto, e che ne avete tolto un taccuino di velluto violetto, con delle carte di Stato?
      - Sissignore! - gridò Adriano, levandosi. Conchiudete.
      - Ah! voi lo confessate dunque? - borbottò il duca, tremando di collera. Siete voi dunque che avete rubate le mie carte!
      - Olà! - urlò Adriano. Rubare è una parola che non squarcia mica la bocca a voi - a voi che siete abituato alla cosa! Ma non osate articolarla più in mia presenza, se volete evitarmi il disgusto di schiaffeggiarvi.
      - Che cosa è codesto modo di favellare?


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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