Si esce sempre battuti di un negoziato con una donna. Se il diplomatico trionfa, l'uomo perde; se il cavaliere si allegra del suo successo, il negoziatore ne piglia il bruno. Gli è impossibile intendersi, quando non è lecito chiamar le cose del loro nome; quando è mestieri far delle perifrasi per spiegarsi, ed astenersi dalle proposizioni chiare, brutali: se no, no! Preferisco dunque intendermi con voi. Che venite a dirmi?
- Son compiaciuto trovarvi del mio avviso, principe. La duchessa non poteva intingere il dito, senza insozzarsi, in questa immonda bisogna. Le ò sparmiato questo compito, a sua insaputa. Ecco dunque che vengo a dirvi. Voi avevate proposto un baratto: carte per carte! Io vi porto, al contrario, quest'offerta: silenzio per silenzio!
- Come ciò? - sclamò il principe.
- Dapprima, signore, è una cosa, che antistà a tutte, a dichiararvi: che, cioè, l'onore del signor duca di Balbek non ci riguarda più. Esso è a voi: potete sparmiarlo o distruggerlo a vostro talento. Madama di Balbek ritorna contessa di Meuge. Suo figlio prende il nome dell'avolo. Cosicchè, che voi conserviate, pubblichiate o bruciate la dichiarazione del duca, cui possedete, torna per noi completamente lo stesso. Noi lo abbiamo cancellato dalla nostra famiglia. Egli potrà essere per il mondo puro o riabilitato; per noi, egli sarà mai sempre infame.
- E la signora di Balbek consente a codesto?
- Ella lo esige per la prima.
Il principe azzeccò il suo sguardo dritto e profondo sul conte e replicò:
- Ne siete voi ben sicuro, signor conte?
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Balbek Balbek Meuge Balbek
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