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      Et acciò manco se accorgesse del frodo, gli fu insegnato da uno altro frodulento demonio uno delli capitanii greci, chiamato Proteo, con il quale pigliarebbe Thete madre de Achille, la quale dimostravasi in cento figure. Ma ben vedi e considera un altro frodo con lo quale grandemente ingannò: cioè che non dimostrava di vuolere commettere il stupro, né anche lo adulterio, ma finse di vuolere contrahere il lecito matrimonio. Lo quale con suoi versi egreggiamente cantò Hesiodo, sicome se vede nelle scritture de Greci. Il perché probabilmente dicemo esser da quivi dedutto, cioè dallo essempio di Hesiodo, lo Ephithalamio di Catullo. Il che anchora dimostra il tenore del verso, chiaramente demostrando quella antica facilità; et questo dechiara il continuo e sollecito studio di Catullo in seguitare li Greci, per cotal modo che ispresse le integre elegie di Callimacho, alcuna volta rendendo il sentimento et altre volte isprimendo le parole. Anchora ingannò per cotal via il demonio facilmente Paride, sotto figura di quelle tre Dee. Il quale, sicome scrisse Colutho thebano nel libro della presa di Helena, non solamente pasceva le pecorelle del suo padre, ma anchor li tori, e per tal modo se vestiva delle vestimente che pareva un rozzo pastore et ignorante bifolco. Le quali cose, ampiamente con sue scritture quello le recita. In questo modo fece invisibile il demonio quello Lidio pastore regale, con la inversa pala dell'anello, cioè con quella parte giace sotto la gemma e pretiosa pietra, ma rivolta, con la quale stuprò e commesse il peccato con la Reina.


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Libro detto Strega o delle illusioni del demonio
di Gianfrancesco Pico della Morandola
pagine 141

   





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