Vero è che voglio tu intenda, come non erano imperò detti incanti né anchora dette representationi sofficienti di spaventare veruno, ma solamente pigliaveno e paventaveno quelli che vuolevano. Il perché narra Homero qualmente Olisse assaltò Circe incantatrice, non con il dolce baso, ma sì con l'aguto coltello. Il quale, così come non fu preso dal cieco amore, così anchor non fu inviluppato dalli incantamenti. Li quali non nuoceno senza malegna sottilità delli demonii. Legano quelli che vuoleno; et accioché vuoleno usano varie arti e diversi modi. Pigliano il rozzo volgo con la sozza libidine, e colli dilettevoli et lascivi piaceri, e tirano a sé quelli che sono dediti alla vita civile colle ricchezze e con la dovitia, e pur anchor altri ne conducono a suoi voti, benché puochi, con le promissioni e con la esca della gloria e dell'honori, cioè quelli che se sono dati alli studii della philosophia. Ma quanto pertene alli conviti, attendi ben: se dirò, come quelli in parte sono veri et in parte imaginationi et illusioni, non però sarò discosto né disconvenevole dalli antichi scrittori. Conciosia che ritroviamo iscritto da Herodoto della Mensa del Sole, e da Solino essere istimata quella una cosa divina. Così ritroviamo nella Vita di Apollonio Tianeo, il convito della sposa di quello, la quale era riputata una dell'antidette Lamie o delle Larve o delle Lemure, e leggiamo ivi, come sparbino li vasi parevano di oro e di ariento che erano su la mensa. Et in cotal modo apparevano i demonii all'huomeni sotto varie imagini e figure, chiamate da Philostrato Empuse, e Lamie, e Mormolichie, o siano Larve.
| |
Homero Olisse Circe Herodoto Mensa Sole Solino Vita Apollonio Tianeo Lamie Larve Lemure Philostrato Empuse Lamie Mormolichie Larve
|