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      Perché voglio impore al soprastante della mensa quello che debbia fare.
      APISTIO Su, strega, di': havea il tuo amoroso verun segno, con il quale addimandato da te venesse nel cerchio?
      STREGA Si, havea in questo modo: che ogni volta che mi fussi discostata dalli altri e, così sola, due volte l'havessi chiamato, incontanente vi veniva.
      APISTIO Ma per quale cagione non tre overo quatro volte?
      STREGA Non lo so. Così era ammaestrata da lui. Ma anzi molto forte me ammoniva non lo chiamasse tre volte.
      APISTIO Chi ne pensi tu di questa cosa, Fronimo?
      FRONIMO Questi patti del demonio da lui pendeno e sono in sua disposizione, e non solamente questi patti manifesti, ma anchor li occulti. Delli quali il nostro santo dottore Agostino, insieme con alcuni altri dottori, ne hanno scritto. Nondimeno pur io credo che non sia naturale causa in questo numero di duoi, né anche penso che voglia dimostrare cotesto il misterio della Diade, o sia della dualità, dimostrato da Zareta caldeo per Pithagora alli Platonici. O sia costui da chiamare Zareta, sicome dice Origene nel libro delli Philosophumeni, o sia da scrivere Zarata, il che usa Plutarcho cheroneo designando il Maestro di Pithagora, dechiarando una particola del dialogo di Timeo, overo anzi sia da dire Zarada, conciosia che nel libro Delle leggi, sia nominato da Theodorito theologo Zaradon. Ma che cosa importa al demonio di disputare di questa cosa, e di questo nome? Io istimo che quivi giace nascosto qualche inganno, e qualche astuta frode del demonio malvagio.


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Libro detto Strega o delle illusioni del demonio
di Gianfrancesco Pico della Morandola
pagine 141

   





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