Altre volte in questo fiume fu mangiato da questi Canibali, per troppo fidarse, uno capitano spagnolo, che se chiamava Iohan de Solís e sessanta uomini, che andavano a discoprire terra come noi.
Poi seguendo el medesimo cammino verso el polo Antartico, accosto da terra, venissemo a dare in due isole piene di occati e lupi marini. Veramente non se poría narrare il gran numero de questi occati. In una ora cargassimo le cinque navi. Questi occati sono negri e hanno tutte le penne ad uno modo, così nel corpo come nelle ali: non volano e vivono de pesce. Erano tanto grassi che non bisognava pelarli ma scorticarli. Hanno lo becco como uno corvo. Questi lupi marini sono de diversi colori e grossi come vitelli e il capo come loro, con le orecchie piccole e tonde e denti grandi. Non hanno gambe, se non piedi tacadi al corpo, simili a le nostre mani, con unghie piccole e fra li diti hanno quella pelle [che hanno] le oche. Sarebbero ferocissimi se potessero correre: nodano e vivono de pesce. Qui ebbeno le navi grandissima fortuna, per il che ne apparsero molte volte li tre Corpi Santi, cioè Sant'Elmo, Sancto Nicolò e Santa Chiara; e subito cessava la fortuna.
Partendo de qui arrivassemo fino a 49 gradi a l'Antartico. Essendo l'inverno le navi intrarono in uno bon porto per invernarse. Quivi stessemo dui mesi senza vedere persona alcuna. Un dì a l'improvviso vedessemo un uomo, de statura de gigante, che stava nudo ne la riva del porto, ballando, cantando e buttandose polvere sovra la testa.
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