Venirono in casa del governatore nove uomini con altri tanti piatti de legno grandi da parte del re. In ogni piatto erano X, ovvero dodici scodelle de porcellana, piene de carne de vitello, de capponi, galline, pavoni e altri animali, e de pesce. Cenassemo in terra, sovra una stora de palma, de trenta a trentadue sorte de vivande de carne, eccetto lo pesce, e altre cose. Bevevamo a ogni boccone pieno uno vasetto de porcellana, grande come uno ovo, de quel vino lambiccato: mangiassemo riso e altre vivande de zuccaro con cucchiari d'oro come li nostri.
Ove dormissemo le due notti, stavano due torcie de cera bianca, sempre accese, sovra dui candelieri d'argento, un poco alti, e due lampade grande piene d'olio, con quattro pavèri per ogni una, e dui uomini che sempre le spavillavano.
Venissemo sovra li elefanti sovra la riva del mare, dove furono dui prao, che ne condussero a le navi.
Questa città è tutta fondata in acqua salsa, salvo la casa del re e alcune de certi principali; ed è de venticinque mila fochi. Le case sono tutte de legno, edificate sopra pali grossi, alti da terra. Quando lo mare cresce, vanno le donne per la terra con barche vendendo cose necessarie al suo vivere. Dinnanzi la casa del re è uno muro de quadrelli grosso, con barbacani a modo de fortezza, nel quale erano cinquantasei bombarde de metallo e sei de ferro. In li due giorni [che] stessemo ivi, [ne] scaricarono molte.
Questo re è moro e se chiama Siripada. Era de quaranta anni e grasso. Niuno lo governa, se non donne, figliuole de li principali.
| |
Siripada
|