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      Tirò lui tre volte la balestra, perchè gli piaceva più che li schioppetti.
      Sabato lo re moro de Giailolo venne a le navi con molti prao, al quale donassemo uno saio de damasco verde, due braccia de panno rosso, specchi, forbici, coltelli, pettini e due bicchieri dorati. Ne disse [che], perchè erano amici del re de Tadore, èramo ancora suoi, perchè amavalo come uno suo proprio figliuolo; e, se mai alcuno de li nostri andasseno in sua terra, li farebbe grandissimo onore.
      Questo re è molto vecchio, e temuto per tutte queste isole per essere molto potente, e chiamase raià Iussu.
      Questa isola de Giailolo è tanto grande che tardano quattro mesi a circondarla con uno prao.
      Domenica mattina questo medesimo re venne a le navi; e volse vedere in che modo combattevamo e come scaricavamo le nostre bombarde, del che pigliò grandissimo piacere e subito partì. Costui, come ne fu detto, era stato nella sua gioventù grandissimo combattitore.
     
      Nel medesimo giorno andai in terra per vedere come nascevano li garofoli. Lo albero suo è alto e grosso come un uomo al traverso nè più nè meno: li suoi rami [si] spandono alquanto largo nel mezzo, ma nella fine fanno in modo de una cima. La sua foglia è come quella del lauro: la scorza è olivastra. Li garofoli vengono in cima de li rametti, dieci o venti insieme. Questi alberi fanno sempre quasi più da una banda che de l'altra, secondo li tempi. Quando nascono li garofoli sono bianchi [quando sono] maturi rossi, e secchi negri. Se coglieno due volte l'anno, una de la natività del Nostro Redentore, l'altra in quella de Sancto Gioan Battista, perchè in questi due tempi è più temperato l'aere: ma più in quella del Nostro Redentore.


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Relazione del primo viaggio intorno al mondo
di Antonio Pigafetta
Istituto Editoriale Italiano
1956 pagine 131

   





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