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      E se pur era la nostra opinione de partirsi allora, pigliassemo tutte le nostre mercadanzie, perchè tutti li re cinconvicini direbbono il re di Tadore avere ricevuto tanti presenti da uno sì gran re e lui non averli dato cosa alcuna, e penserebbero noi essersi partiti per paura de qualche inganno, e sempre chiamerebbeno lui per uno traditore.
      Poi fece portare lo suo Alcorano, e prima baciandolo e mettendoselo quattro o cinque volte sovra il capo e dicendo fra sè certe parole (quando fanno così chiamano zambahean), disse in presenza de tutti che giurava per Allà e per lo Alcorano che aveva in mano, sempre volere essere fedele amico al re di Spagna. Disse tutto questo quasi piangendo. Per le sue buone parole li promettessimo de aspettare ancora quindici giorni. Allora li dessemo la firma del re e la bandiera reale. Niente di meno intendessemo poi, per buona via, alcuni principali di queste isole averli detto ne dovesse ammazzare, perchè farebbe grandissimo piacere a li Portoghesi e come loro perdoneriano a quelli de Bachian: e il re averli risposto [che] non lo faria per cosa alcuna, conoscendo lo re de Spagna e avendone data la sua pace.
     
      Mercore, a ventisette de novembre, dopo disnare, lo re fece fare un bando a tutti quelli [che] avevano garofoli, li potesseno portare ne le navi. Tutto questo giorno e l'altro contrattassemo garofoli con gran furia. Venere, sul tardi, venne lo governatore de Machian con molti prao. Non volse desmontare in terra, perchè stavano ivi suo padre e uno suo fratello banditi da Machian.


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Relazione del primo viaggio intorno al mondo
di Antonio Pigafetta
Istituto Editoriale Italiano
1956 pagine 131

   





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